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Il porto di Gioia Tauro

Il porto di Gioia Tauro

Domenico Augliera 17/12/2019

La Nuova Europa sarà ciò che il Mezzogiorno sarà

Nel corso degli ultimi decenni l’Europa ha prestato molta cura allo sviluppo dei territori regionali più deboli dedicando loro una particolare attenzione nell’aiutarle a  concretizzare le progettualità necessarie allo sviluppo integrato della loro economia. E’ riuscita così ad intercettare, in posizione dialettica con ciascun territorio regionale, le specificità naturali, fornendo in modo mirato i mezzi finanziari volti alla valorizzazione delle risorse paesaggistiche, logistiche, economiche, turistiche e culturali che insieme e in modo integrato costituiscono il sistema della loro crescita e sviluppo. 

L’Europa ha fornito alle regioni del Sud Italia i mezzi finanziari per realizzare “Grandi Progetti” e non solo, rimettendo al paese beneficiario il loro uso intelligente e non fraudolento.

Agli osservatori stranieri è apparso naturale ed evidente che il motore di crescita intorno a cui tutto ruota e da cui tutto parte è l’infrastruttura del porto di Gioia di Tauro. Tutti gli esperti del mondo accademico, italiani e stranieri, hanno compreso che tale porto è il cuore pulsante dell’economia europea. Si è compreso che la forza propulsiva di tale infrastruttura va oltre i confini della regione Calabria per coinvolgere tutte le regioni del Sud e del Nord Italia fino a raggiungere, attraverso la direttrice tirrenica e quella adriatica, l’Europa del nord, l’Europa dell’Est e quella dell’Ovest. La macroeconomia insegna che qualsiasi altra soluzione è a costi più elevati, e perciò non percorribile. Il porto del Pireo, in Grecia, all’inizio oggetto di interesse delle grandi compagnie perchè posto sulla rotta delle navi provenienti dal canale di Suez, col tempo ha dimostrato il suo grande limite dovuto ai costi non sopportabili per veicolare il traffico merci per il nord Europa. Non è un caso che i funzionari cinesi esperti di trasporti e logistica abbiano rivolto il loro interesse verso il porto di Gioia Tauro. Tutto il traffico del lontano Oriente può giungere a Gioia Tauro da cui, a mezzo del così detto Short Sea Shipping (SSS), i container possono facilmente essere veicolati in tutti i porti del bacino del Mediterraneo, italiani e non.

 
Non solo, per tratte superiori a 500 km il trasporto ferroviario diventa competitivo e quindi da preferire. I giorni nave in meno per raggiungere i porti del Sud Italia aggiunti al minor numero di chilometri per l’Europa centrale costituiscono un punto di forza che non trova concorrenti. Certamente, il porto di Gioia Tauro deve essere affidabile e possedere una logistica integrata mare-terra terra-mare adeguata alle finalità europee.

Il porto di Gioia Tauro è il primo porto italiano nelle attività di transhipment di merci containerizzate ed uno dei più importanti hub del traffico container nel bacino del Mediterraneo. Come noto, il porto è classificato, ai sensi dell’art. 4 della legge 28 gennaio 1994, n. 84, di rilevanza economica internazionale e risulta inserito nella II Categoria, I Classe con funzioni commerciale, peschereccia, turistica e da diporto. E’ il caso di rammentare che tale classificazione è stata nel tempo ampliata con la funzione industriale, petrolifera e di servizi passeggeri. Nell’ambito delle reti trans-europee e per i trasporti è incluso nella rete centrale (TEN-T Core), il “porto centrale” di interesse europeo. Come sopra accennato, il porto trova la sua collocazione naturale anche nello SSS (Short Sea Shipping).

L’Europa, consapevole dell’importanza strategica del porto di Gioia Tauro, ha finanziato il potenziamento del medesimo. Il porto è pronto per ricevere, ma non da ora, le più grandi navi container che nessun porto dell’Italia può fare. Occorre, però, con massima urgenza dare corso al completamento del terminal intermodale ferroviario che consentirà di velocizzare il traffico merci. Bisogna ultimare tutte le infrastrutture del retro porto e dell’ interporto necessarie, da un lato, allo sviluppo del traffico intermodale e, dall’altro,  volte all’armonizzazione ed alla digitalizzazione delle procedure dell’ente portuale con le disposizioni di cui al DPR n. 160/2010, con particolare riguardo alla ZES.

Questa è l’occasione storica di sviluppo della Calabria.  

Il porto di Gioia Tauro, purtroppo, ad oggi non è pronto con una logistica integrata mare-terra terra-mare adeguata alle finalità europee. 

L’Europa, da parte sua, ha pensato bene di partire proprio dal porto di Gioia Tauro e finanziare nelle regioni del Sud “Grandi e Piccoli progetti”, calibrati in modo strutturato per raggiungere l’obiettivo integrato di realizzare le “autostrade del mare” volte al miglioramento dell’efficienza dei trasporti sia sotto il profilo del risparmio energetico sia per la riduzione dell’inquinamento atmosferico.

Ma qualcosa di estraneo alla logica dello sviluppo del sistema Paese è accaduto. 

Tutti i grandi progetti e non solo, che di seguito riporteremo, ad oggi, non appaiono ultimati per responsabilità che non possono essere addebitate all’UE.

Occorre quindi intraprendere iniziative urgenti per uscire dallo stallo in cui si trovano i “Grandi progetti”, e non solo questi, che rappresentano crescita e sviluppo del Meridione d’Italia in cui il porto di Gioia Tauro rappresenta il cuore pulsante nella rete centrale (TEN-T Core). 

Segue l’elenco dei seguenti “Grandi progetti e non”  ammessi al finanziamento è stato regolarmente approvato dall’Autorità di Gestione del PON Infrastrutture e Reti 2014-2020:

  • Finanziamento PON 2014-2020, beneficiario RFI, con € 99.661.828,67 mln su un costo totale dell’intervento di quasi € 155 mln, già finanziato su PON 2007-2013 con € 47 mln, per il collegamento della tratta meridionale della direttrice tirrenica e della direttrice adriatica, connettendo il porto di Gioia Tauro con Taranto, Bari e Brindisi, che costituiscono la porta comunitaria di accesso alla rete europea TEN-T.
  • Finanziamento PON 2014-2020 con € 19.955.899,74 mln, beneficiario Autorità portuale di Gioia Tauro, per la realizzazione del GATEWAY di Gioia Tauro, già finanziato su PON 2007-2013 con € 44.100,26.
  • Finanziamento PON 2014-2020 per adeguamento del tratto di banchina nord esistente ai nuovi tratti di banchina nord in fase di esecuzione e relativo approfondimento dei fondali, finanziato con € 5.498.240,28 mln, beneficiario Autorità portuale di Gioia Tauro, già finanziato su PON 2007-2013 con € 1.471.795,72 mln. 
  • Finanziamento PON 2014-2020 per completamento viabilità comparto nord del porto di Gioia Tauro, finanziato con € 18.176.833,00 mln, già finanziato su PON 2007-2013 con € 1.823.166,52 mln.           

Appare evidente che allo stato attuale l’Europa abbia svolto il proprio ruolo testimoniando concretamente la propria vicinanza ai nostri territori, almeno da questo punto di vista, perciò, si chiede, altresì, di far sapere in quali tempi, prima di avviare il nuovo programma europeo, si pensi di dare compiuta attuazione a questi “Grandi Progetti” che coinvolgono direttamente le Regioni Calabria e Puglia che, insieme con la Sicilia, Campania e Basilicata, “Obiettivo Convergenza”, costituiscono le Regioni sulle quali la politica di coesione comunitaria ha investito al fine di portarle a convergere verso i parametri socio-economici della media del resto dell’Unione europea. 

Occorre quindi una seria programmazione delle progettualità sarà posta in essere nelle due delle cinque Aree Logistiche Integrate: Polo logistico di Gioia Tauro e Sistema pugliese, al fine di migliorare la rete TEN-T intermodale, per esempio prevedendo lo sviluppo integrato dell’aeroporto di Reggio Calabria, volta all’internazionalizzazione del Mezzogiorno sotto il profilo agroalimentare e turistico-culturale.   

Appare del tutto evidente che l’ultimazione degli interventi sopra citati consentirà al propulsore principale della macroeconomia calabrese (Il porto di Gioia Tauro nelle aree della Zes) di rappresentare il trampolino di lancio di tutte le linee di attività economiche delle regioni del Sud Italia che troveranno in esso il punto di convergenza per raggiungere la massa critica necessaria per affrontare i mercati internazionali.